L’ennesima sconfitta del calcio moderno

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Negli ultimi decenni, il calcio si sta sempre più incrociando ad altri movimenti sociali come la politica, la cultura e l’educazione delle nuove generazioni. “Popolare” è il termine giusto da accostare a questo sport, ma col tempo la sfumatura di questa parola è cambiata: prima veniva usata poiché era il gioco della gente, praticato e seguito per lo più da persone poco abbienti che davano sfogo alla passione per il calcio nei weekend; col passare degli anni, però, è diventato lo sport più seguito al mondo, e per questo gli “attori” del mondo del calcio, siano essi calciatori o dirigenti, coi loro comportamenti possono influenzare gran parte della società. Non a caso furono oggetto di critiche le dichiarazioni di Moise Kean e Nicolò Zaniolo di questa estate, quando in un’intervista rivelarono di non aver mai letto un libro in vita loro: queste parole non sono educative quando ad ascoltarle sono bambini o adolescenti appassionati al calcio.

Lunedì sera, in occasione del match di qualificazione ad Euro 2020 Bulgaria-Inghilterra, questo sport si è (purtroppo) incrociato alla cronaca nera ed al razzismo negli stadi.

I FATTI DI SOFIA

Nella capitale bulgara, i padroni di casa (attualmente ultimi con soli due punti nel gruppo A di qualificazione al prossimo Europeo) hanno ospitato l’Inghilterra di Southgate, venendo sconfitti per 0-6: a far notizia non è tanto il risultato sportivo, ma ciò che è accaduto prima fuori dallo stadio e durante il match sugli spalti. Quello che è successo nel pre match è in realtà ancora un giallo visto che non si sa molto: l’unica cosa certa è la morte di un tifoso inglese 32enne, ritrovato a Borisova Gradina (uno dei parchi della città) in stato di semi-incoscienza verso le 22; dopo aver ripreso coscienza in ospedale, è diventato aggressivo nei confronti dello staff medico probabilmente a causa dell’assunzione di alcool e droga (secondo le prime ricostruzioni). Dopo aver chiamato la polizia, che avrebbe dovuto portare l’inglese in caserma, nel tragitto il ragazzo è deceduto per motivi ancora non molto chiari.

Sin dall’inizio della partita, un gruppo di tifosi bulgari ha cominciato a prendere di mira alcuni giocatori inglesi coi classici “Buu”, in particolare Raheem Sterling. Il direttore di gara, il croato Babek, ha interrotto per ben due volte il match, e l’altoparlante dello stadio alla mezz’ora di gioco ha diffuso l’annuncio di “Warning” secondo il protocollo UEFA. Il capitano della Nazionale bulgara Ivelin Popov è andato a parlare con gli ultrà, che durante i primi 45 minuti hanno fatto più volte, come se non bastasse, il saluto romano e mostrato maglie col motto UEFA (“Respect”) vergognosamente modificato in No Respect“.

PRIME REAZIONI DEI “POTENTI”

Il vergognoso spettacolo andato in scena a Sofia lunedì sera non può non avere conseguenze, sono necessari provvedimenti ed infatti l’Uefa pare già essersi mossa a tal proposito. Greg Clarke, presidente della Federcalcio inglese, ha definito quanto accaduto vergognoso ed orribile ed ha confermato l’apertura di un fascicolo da parte del massimo organo del calcio europeo:

“Ho parlato con delegati Uefa sia durante la partita che all’intervallo, e anche alla fine -le parole di Clarke. Mi è stato detto che saranno condotti accertamenti affinché queste vergognose scene di terribile razzismo siano valutate adeguatamente”.

Richiesta totalmente appoggiata dal premier britannico Boris Johnson:

Il razzismo che abbiamo visto e sentito ieri sera è vile, ignobile e non deve avere posto nel calcio o dove che sia. La Uefa deve affrontare questi episodi, che sono una macchia sul calcio”.

Intanto, il presidente della Federcalcio bulgara Borislav Mihaylovsi è dimesso: a chiedere il suo addio era stato il premier bulgaro Boyko Borisov per i fatti di Bulgaria Inghilterra, sostenendo con un post su Facebook l’inammissibilità dell’associazione della Bulgaria a razzismo e xenofobia.

Fonte immagine: profilo Instagram di Boris Johnson.

L’OMERTÀ DEL CT BULGARO

Ad alimentare le polemiche ha pensato il CT bulgaro Balakov a fine gara, sostenendo di non essersi accorto dei fischi ai giocatori di colore inglese e tentando di giustificare il vergognoso atteggiamento tenuto da gran parte dei tifosi di casa:

“I tifosi non erano soddisfatti del gioco della squadra. Personalmente non ho sentito cori razzisti. Credo che la colpa sia principalmente degli ultras inglesi che hanno fischiato il nostro inno prima del match e dei giocatori che nel secondo tempo hanno usato parole inaccettabili contro i nostri supporters. Qui di questi problemi non ne abbiamo mai avuto, il problema è nato quando sono arrivati i tifosi inglesi”.

Queste dichiarazioni hanno mandato su tutte le furie la stampa britannica. Il Sun senza peli sulla lingua intitola:

“L’Inghilterra chiede rispetto. Versi di scimmia, saluti nazisti e alla UEFA diciamo: cacciateli. Gli eroi mettono la palla nella rete dei razzisti sei volte”.

Una parola basta al Mirror Sport: “Cacciateli”. “Vergogna” si legge sul  The Guardian; queste invece lo slogan scelto dal Daily Mail: “Inghilterra 6-0 Razzismo”.

In Italia da quest’anno si stanno prendendo i primi concreti provvedimenti per allontanare la parte marcia dei tifosi dagli stadi: dopo la Roma, che aveva “daspato” un tifoso per insulti razzisti in direct a Juan Jesus, ieri ci ha pensato il Pescara a “bannare” un tifoso poco garbato su Twitter. L’augurio è che questo sia solo l’inizio di una campagna di sensibilizzazione promossa anche dalle istituzioni sportive, perché da esse passa la crescita di tantissimi giovani che costituiranno un domani la classe dirigente.

Fonte immagine di copertina: profilo Instagram di Marcus Rashford.

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Scritto da

Francesco Botta