Novanta minuti, forse qualcosa in più. Un tempo breve ma infinito, che darà forma ai destini di Napoli e Milan. Le due squadre nella notte del Maradona scriveranno una pagina importante della propria storia e la Champions League conoscerà una delle sue prime semifinaliste. I diavoli scenderanno in campo forti della propria storia per difendere il risultato di San Siro, i partenopei schiereranno l'arsenale al completo per non svegliarsi da un sogno europeo che mai, prima di questa stagione, avevano avuto il coraggio di immaginare.

La partita si intreccia romanticamente con la linea del tempo, tanto negli organici quanto negli interpreti: Napoli-Milan è il duello tra la squadra italiana più titolata a livello internazionale e una neofita della competizione, è uno spareggio tra i campioni d'Italia in carica e quelli futuri, ma è anche una sfida tra l'MVP di ieri e quello di domani. Rafael Leao da una parte, Khvicha Kvaratskhelia dall'altra. Rispolveriamo allora la rubrica targata NumeroDiez "Versus" e mettiamo a confronto i due protagonisti annunciati della gara di questa sera.

FATTORE X

Prima di analizzare i due giocatori attraverso numeri e statistiche, talvolta troppo freddi e razionali per poter descrivere il gioco del calcio, è necessario fare una premessa riguardo alla natura dei calciatori presi in considerazione: Kvaratskhelia e Leao sono due giocatori dotati di un 'fattore X'. Il portoghese, così come il georgiano, ha quel qualcosa in più, si vede. Gli allunghi palla al piede, il surf tra i difensori e uno stile elegante ma concreto, il tutto accompagnato da un sorriso a 32 denti che intimidisce gli avversari più di qualsiasi tatuaggio sul collo. L'ex Lille lo scorso anno ha incantato la Serie A a suon di gol decisivi e ha meritato la nomina di miglior giocatore del torneo. Un premio che, forse, lascerà in eredità proprio al gioiello del Napoli.

Nel caso di Kvara più che di X-factor è necessario parlare di X-files. L'attaccante è arrivato in Italia come un oggetto non identificato e alla sua prima stagione in Serie A ha mostrato qualità che poche volte si sono viste prima. In un calcio moderno dove ogni calciatore è abbronzato, pettinato e acconciato, il georgiano riporta l'attenzione su ciò che importa veramente e domina ogni partita con una classe superiore. L'aria cupa, la postura "a forchetta" e una capacità di accarezzare il pallone fuori da ogni schema: non c'è appassionato di calcio che davanti alla conduzione di esterno di Khvicha non abbia perso la testa.

DRIBBLING

Entrambi i giocatori fanno della progressione palla al piede il proprio cavallo di battaglia. Leao riesce a giostrarsi tra i difensori con una facilità disarmante e ha una strapotenza fisica che gli permette di macinare intere zone del campo in pochi secondi. Lui prima se la allunga, poi ci pensa. Nella mente dei tifosi milanisti sono impresse diverse sue cavalcate e anche in Champions Rafa ha saputo mettersi in mostra, mettendo a segno un gol contro la Dinamo Zagabria che riassume tutte le sue qualità. Minuto 48.50, Leao riceve palla sulla linea di metà campo da posizione molto defilata; 10 secondi dopo la sfera è in rete e l'attaccante sta esultando. Il pallonetto contro l'Empoli, il gol alla Roma e lo swing dolcissimo tra Bastoni e Skriniar nel derby della Madonnina: quando il portoghese parte nessuno riesce a fermarlo.

Il numero 77 del Napoli con la palla tra i piedi è altrettanto devastante. Ad incantare da subito gli spettatori della Serie A è stata, come abbiamo detto, questa particolare tecnica di conduzione di esterno piede. Di solito Khvicha parte dall'esterno per poi accentrarsi, fintare il tiro e sterzare di nuovo sul piede forte: una routine infallibile che ha mietuto vittime tanto in Italia quanto in Europa (Alexander Arnold ne sa qualcosa). Il giocatore unisce l'utile al tremendamente bello e le sue skills da brasiliano non sono mai fini a se stesse, mai di troppo. Sull'accelerazione può invidiare qualcosa al collega milanista, ma conta comunque su uno sprint tutt'altro che banale.

CONCLUSIONE

Se nella categoria precedente la bilancia pendeva verso Leao, in questa sezione forse Kvaratskhelia ha la meglio. L'ex Rubin Kazan ha mostrato in più occasioni di saper colpire perfettamente la sfera e molti dei suoi gol (12 in Serie A) sono arrivati proprio grazie a delle conclusioni notevoli. L'eurogol nelle prime di campionato contro il Monza, così come uno dei più recenti con l'Atalanta, ci fanno capire quanto sia facile per lui rimanere lucido al momento del tiro. Uno, due, tre dribbling non offuscano il senso del gol dell'attaccante, sempre freddo e lucido sotto porta. E il palo colpito dal georgiano prima di schiaffarla dentro contro la Lazio, arrivato subito dopo una ruleta senza alcun senso, ancora sta tremando.

A Leao si può rimproverare qualche imprecisione negli ultimi metri. Il classe '99, tuttavia, ha un'abilità balistica tutt'altro che scontata. Ciò che colpisce di Leao è la cattiveria con cui spedisce la sfera in porta dopo essere arrivato a tu per tu con il portiere. L'attaccante sceglie spesso la soluzione rasoterra e libera delle vere e proprie saette che fulminano l'estremo difensore e gonfiano la rete. Nella sua prima, pallida, stagione in rossonero Rafa sembrava poco concreto e le sue potenzialità sono esplose solo nelle annate seguenti. In 154 partite con la maglia del Milan Leao ha segnato 38 reti, andando in doppia cifra nella passata edizione di Serie A.

ALTRE CARATTERISTICHE

Leao e Kvaratskhelia sono due giocatori simili per alcuni aspetti e diversi per altri. Se riguardo al dribbling e al tiro i calciatori possono essere sovrapposti, seppur con qualche divergenza stilistica, ci sono delle caratteristiche in cui i due differiscono totalmente. Il fenomeno rossonero è dotato di un fisico importante e grazie ai suoi 190 cm di altezza può vantare il colpo di testa nel proprio arsenale.

A fare da contraltare a questo aspetto c'è la maggiore capacità di Kvara di dialogare con i propri compagni, i quali sicuramente hanno uno stile di gioco che porta il georgiano a provare spesso le triangolazioni nello stretto. Se c'è qualcosa su cui il portoghese deve lavorare, infatti, è sicuramente il gioco di squadra. Se Leao ha messo a referto un numero di assist comunque discreto (1 ogni 6 gare con il Milan), Khvicha alla sua prima annata ha servito 16 volte i compagni, contando 32 partite tra Champions e Serie A: un assist ogni 180'. 

La spensieratezza di Leao o la foga agonistica di Kvara, chi risolverà la partita di questa sera? Parola al campo.

 

PietroP
Scritto da

Pietro Morolli