Premier League, caos sostituzioni: tensioni tra Klopp ed un altro allenatore!

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La Premier League è uno dei pochissimi campionati europei ad essere tornato alle tradizionali tre sostituzioni a partita. La cosa non è andata affatto bene a Jurgen Klopp, che ormai da alcuni mesi si sta battendo per aumentare il numero massimo di sostituzioni. Ieri il mister dei Reds è tornato sull’argomento, denunciando l’opposizione dei club minori.

“IL BURNLEY CI BLOCCA”

“Abbiamo fatto una riunione tra allenatori e ci siamo resi conto ancora una volta c’è bisogno di 14 club per cambiare una regola. C’è qualcosa di sbagliato in questo”  Jurgen Klopp ieri ha alzato la voce ed ha provato a smuovere la situazione. Per l’allenatore tedesco è inaccettabile l’ostruzionismo di alcune piccole squadre, e a questo proposito ha lanciato un paragone piuttosto malizioso.

“Ecco un esempio. Prendete il Burnley: non sono troppo sicuro di quanti dei loro giocatori giochino partite internazionali. Quando i nostri giocatori giocano tre partite, Burnley non gioca. Hanno 38 partite di Premier League e tre o quattro partite di coppa, in tutto 42 partite a stagione. Quindi stiamo parlando di un problema che sicuramente hanno alcuni club e alcuni giocatori, ma su questo sono chiamate a decidere le altre squadre. Dicono: ‘beh, sono migliori di noi’, e questo è un vero problema. Avere cinque cambi è la decisione giusta, soprattutto in questo momento”.

LA RISPOSTA DI DYCHE

La cosa, ovviamente, non è passata inosservata e il Burnley non sembra aver gradito le parole del mister del Liverpool. Non si è fatta attendere, dunque, la risposta del club inglese, ecco la replica di mister Sean Dyche.

Sarò onesto, credo che la condizione dei miei giocatori sia fantastica. Ovviamente la salute è al primo posto per noi e qui facciamo le cose fatte bene. Prendiamo la situazione Covid: i calciatori dispongono di tutte le informazioni possibili sulla situazione, hanno un costante supporto medico e la Premier League gli offre continui tamponi di controllo. Quindi a questo punto, la mia idea è che la questione del benessere dei calciatori sia sfuggita di mano.

Riguardo le questioni delle tante partite giocate dai top club di Premier League in una stagione, poi, Dyche si è espresso in questo modo.

È sempre stato così. Penso a calciatori come Frank Lampard, che quasi ogni anno giocava più di 60 partite ad altissimi livelli. Le partite si giocavano anche allora, ma non ricordo di discussioni sul benessere dei calciatori a quei tempi.