Contestualmente a vibranti match di Champions League, questa settimana si é svolta la seconda giornata di Youth League, la massima competizione internazionale di club per la fascia d’età under 19.
Come da consuetudine, abbiamo deciso di recarci dal vivo per assistere a due fra le partite più interessanti, svoltesi in Italia, per osservare le compagini nostrane misurarsi contro i pari età europei e per analizzare i giovani più interessanti nel panorama calcistico continentale.
Il primo incontro, disputatosi presso il centro sportivo Vismara di Milano, ha visto sfidarsi le due sconfitte della prima giornata, ovvero il Milan e l’Atlético Madrid.
A Zingonia, invece, cinque ore prima del match del Gewiss Stadium, l’Atalanta ha sfidato gli svizzeri dello Young Boys, usciti sconfitti di misura dallo scontro in terra elvetica contro i coetanei dei Red Devils di Manchester.
Entrambi i match hanno messo in luce pregi e difetti sistemici del calcio giovanile italiano rapportato a quello europeo e ci hanno consentito di individuare alcuni elementi da analizzare attentamente.
LA SFIDA DEL VISMARA
Partiamo dal primo incontro in ordine cronologico, quello disputatosi al Vismara. In difficoltà in campionato e sconfitto immeritatamente nella prima uscita nel Merseyside, il Milan cerca di ottenere bottino pieno per staccare gli spagnoli, lasciandoli a zero punti in classifica.
La partita vede subito un atteggiamento aggressivo da parte degli ospiti, schierati con un 3-4-1-2 e capaci di mettere in difficoltà i rossoneri grazie al palleggio. Un palleggio favorito da doti tecniche individuali e collettive e non fine a sé stesso, ma volto alla ricerca della verticalità e del dinamismo delle due punte rapide e abili nel non fornire punti di riferimento.
La qualità dei colchoneros li porta in vantaggio alla metà della prima frazione; tuttavia, il Milan, concentrato e attento nel cercare di ripartire per sfruttare le fragilità difensive della squadra ospite, trova il pareggio allo scadere del primo tempo.
I secondi quarantacinque minuti trascorrono senza regalare particolari emozioni dal punto di vista dello spettacolo; ciononostante risulta avvincente per la intensità e il ritmo, profuso da entrambe le squadre.
I GIOVANI COLCHONEROS
Relativamente ai singoli, l’Atlético Madrid mette in mostra elementi di elevato spessore tecnico e già maturi sotto il punto di vista dell’abilità nella lettura delle situazioni di gioco.
La spina dorsale del centrocampo, composta da Pablo Barrios e Serrano Martínez, combina quantità in fase di filtro e interdizione a spiccata qualità nel palleggio e nella impostazione della manovra.
I due mediani classe 2003, già nel giro delle nazionali giovanili, si presentano come prospetti molto interessanti per il futuro della Roja.
Da monitorare con attenzione anche Carlos Martín, numero nove nato nel 2002, dotato di spiccata mobilità, ma utile anche nell’aiutare la squadra a guadagnare metri e nell’attacco della profondità, ideale accanto a un partner strutturato.
L’ATALANTA ALLA PROVA YOUNG BOYS
Oltre alla gara del Vismara, un’altra squadra lombarda cerca di guadagnare i primi punti nella propria campagna europea stagionale.
Dopo un buon avvio in campionato l’Atalanta, ancora scottata dalla rocambolesca eliminazione nel marzo 2020 per mano del Lione, incontra uno Young Boys ricco di qualità; l’espressione di una generazione talentuosa, chiamata a non far rimpiangere gli exploit positivi della nazionale elvetica, guidata dal tecnico Vladimir Petković.
Le due formazioni sono entrambe schierate con una difesa a tre, a protezione di un centrocampo, costituito da quattro uomini e da un tridente d’attacco mobile, il cui scopo è quello di non fornire punti di riferimento alla retroguardia avversaria.
Il match, disputatosi a ritmi alti, vede una netta e rotonda vittoria dei nerazzurri, che demoliscono gli ospiti per tre reti a zero. Ospiti che, nonostante il pesante passivo, hanno mostrato trame interessanti contro un avversario ben più attrezzato, come dimostrano i molteplici interventi del numero uno orobico Jacopo Sassi.
Contro un’Atalanta, trascinata dalla qualità di elementi come Oliveri, Sidibé, Omar e Cittadini, gli ospiti hanno palesato individualità degne di considerazione.
LE NUOVE LEVE DI CASA YOUNG BOYS
In primis, gli addetti ai lavori hanno particolarmente apprezzato il bagaglio tecnico in fase di impostazione e la personalità nella guida della linea difensiva da parte di Aurèle Amenda. Lo strutturato capitano giallonero, classe 2003, nonchè leader degli elvetici, si è distinto per le qualità complessive da centrale difensivo. Uno di quelli moderni.
Non indifferenti anche le abilità atletiche dei due quinti dello schieramento del club di Berna; parliamo di Yannic Jungo a destra e Jonathan Fontana, di chiare origini italiane, sulla fascia mancina. Settore dal quale ha poi svariato, venendo ad attaccare anche centralmente.
Sarà poi il campo a dirci chi arriverà a calcare palcoscenici ancora più degni di nota, ma le premesse alimentano la speranza.
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